Lessico
Andrea
Vesalio
André van Wesele
Icones veterum aliquot ac recentium Medicorum
Philosophorumque
Ioannes Sambucus / János Zsámboky
Antverpiae 1574
Andrea
Vesalio è la forma italianizzata del nome dell'anatomista fiammingo André
van Wesele (Bruxelles 1514 - Zante 1564). Dopo i primi studi a Lovanio, fu a
Parigi allievo di Jacques Dubois.
Successivamente venne in Italia, a Padova, dove, ottenuta nel 1537 la laurea,
poté dedicarsi alla libera ricerca fondando i suoi studi e il suo
insegnamento sulla dissezione condotta sul cadavere.
Pur senza
compiere alcuna scoperta sensazionale, Vesalio contribuì in modo determinante
al rinnovamento degli studi anatomici che improntò a criteri rigidamente
scientifici, rifiutando di accettare acriticamente le teorie di Galeno
allora dominanti nel mondo accademico.
La sua grande opera in sette libri, De humani corporis fabrica (1543), nonché l'Epithome (apparsa nello stesso anno), rettificava i numerosi errori tramandati dalle scuole; tra l'altro Vesalio negò che il setto interventricolare del cuore fosse attraversato da minutissimi fori per cui il sangue passa da un ventricolo all'altro.
Lasciato l'insegnamento (1544) per le persistenti ostilità dei suoi oppositori, divenne medico di Carlo V, poi di Filippo II. Accusato dall'Inquisizione di aver operato la dissezione su un uomo vivo e condannato (1561) a morte, per intercessione di Filippo II gli fu commutata la pena in un pellegrinaggio in Terra Santa. Ammalatosi durante il ritorno, fu sbarcato nell'isola di Zante, dove morì.
Andrea
Vesalio
e la ghiandola pituitaria
Andrea
Vesalio usando il termine latino pituita
nel significato di muco, denominò l’ipofisi ghiandola pituitaria
nella convinzione che secernesse il muco nasale. Si dovette attendere fino al
1849 per una corretta interpretazione dell’azione di un ormone, e quindi
delle ghiandole endocrine come l’ipofisi. Arnold-Adolph Berthold di Gottinga
(1803-1861) castrò dei galletti: quelli lasciati senza testicoli divennero
capponi, mentre quelli ai quali lasciò cadere un loro testicolo fra le anse
intestinali divennero fenotipicamente dei galli, e il successivo esame
anatomico mostrò che il testicolo si era attaccato all'intestino e aveva
ottenuto una buona irrorazione sanguigna. Ma tale esperimento non venne
riconosciuto nella sua importanza, tant'è che la prima descrizione
anatomoclinica dell'acromegalia ad opera di Andrea Verga nel 1864 venne
inserita lungo la linea di sviluppo della craniologia e non
dell'endocrinologia.
incisione di Theodor de Bry
(1528-1598)
da Bibliotheca chalcographica di Jean-Jacques Boissard - 1669
Dictionnaire
historique
de la médecine ancienne et moderne
par Nicolas François Joseph Eloy
Mons – 1778